Nuovi Equilibri: il ritorno del lupo in Valle d’Aosta


dal progetto Storie di Lupi

Storie di Lupi: comunicare il lupo attraverso scienza, emozioni, immagini e parole. Nella prima puntata della rubrica “Unisciti all’ululato”, scopriamo la storia del ritorno del lupo in Valle D’Aosta, attraverso l’interessante progetto fotografico Nuovi Equilibri

Nel cuore delle Alpi Occidentali, tra le maestose cime della catena del Monte Bianco, si sta scrivendo una nuova pagina della storia naturale italiana. Dopo oltre un secolo e mezzo di assenza, il lupo è tornato a popolare queste valli, ripristinando un equilibrio ecologico che sembrava perduto.

Attraverso più di 150 immagini, pubblicate in un libro fotografico, il progetto “Nuovi Equilibri” si pone l’obiettivo di documentare e raccontare questo importante ritorno che coinvolge una delle catene montuose più iconiche e caratteristiche delle Alpi.

Per comprendere al meglio la situazione attuale bisogna fare un passo indietro nel tempo, fino ad arrivare al 1860, quando l’ultimo lupo valdostano venne ucciso in Valsavarenche zona che, sessant’anni dopo, sarebbe diventata cuore pulsante del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Da allora, il lupo in Valle d’Aosta è sopravvissuto solo nelle leggende, nei toponimi e nelle cronache locali.

A partire dagli anni Settanta una serie di profondi mutamenti ambientali, culturali e legislativi ha permesso alla sottospecie Canis lupus italicus di sottrarsi all’estinzione e, successivamente, di ampliare il proprio areale di diffusione. L’espansione del lupo appenninico, favorita dall’abbandono della montagna da parte dell’uomo e dalla ripresa delle popolazioni di ungulati selvatici, ha avuto inizio dall’Italia Centrale da qui alcuni esemplari hanno proseguito lungo la dorsale appenninica, fino a raggiungere le Alpi.

I primi avvistamenti documentati in Valle d’Aosta risalgono al 2004/2005, mentre risale al 2007 la formazione del primo branco nell’area del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Oggi, una dozzina di nuclei riproduttivi popolano l’intero territorio regionale, testimoniando il ritorno di una specie che è riuscita a ritrovare il proprio posto anche nell’ecosistema alpino.

Foto estratta dal progetto “Nuovi Equilibri”