Melone – Cucumis melo

di Valeria Chiarini


Frutti d’epoca: tra piatti e pennelli

“Grazie alle Nature Morte nella storia dell’arte, possiamo comparare la frutta e la verdura del passato con quella che troviamo oggi sui banchi del supermercato. Il nostro cibo è mutato a seconda di esigenze estetiche e marketing, sviluppando immagini canoniche sempre più forti nella nostra mente. La mela è sempre più rossa, il pomodoro dura sempre di più nel nostro frigo e le cipolle sono sempre più grandi, ad esempio. Questa rubrica vuole porre l’accento sul cambiamento degli ortaggi e nel consumo più consapevole di cibo, perché anche se l’occhio vuole la sua parte, a volte può essere ingannato”

Cenni storici

L’origine del melone è dibattuta tra Africa Centro-Meridionale, Iran o altre regioni del continente asiatico. Alcune tracce di domesticazione si possono trovare in Egitto tra il 2700 a.C. –  2000 a.C., in Mesopotamia Iran dal 2000 a.C., in India e Cina dal 1000 a.C.

La pianta del presente

È una pianta erbacea annuale che presenta un fusto ramificato strisciante, rampicante munito di cirri. I cirri, chiamati anche viticci, sono organi sottili e lunghi, presenti nelle piante rampicanti, che permettono di avvinghiarsi su sostegni usati per arrampicarsi.

I fiori si possono distinguere in maschili e femminili grazie ai loro raggruppamenti: i fiori maschili sono riuniti in gruppi da 3 a 5, mentre quelli femminili possono essere solitari o in coppia con un ovario evidente alla base. 

A seconda delle varietà, il melone può essere più o meno ovale e allungato, con buccia liscia o rugosa, con costolature più o meno evidenti. Il colore della polpa dipende dalla varietà, ma anche dal grado di maturazione, variando dal colore bianco-verde all’arancio.

In questo nuovo appuntamento tra presente e passato, Valeria ci racconta del Melone.
A sinistra, il melone del passato; al centro, studi del melone aperto del passato e fiore del presente; a destra, il melone del presente. ( © Valeria Serena Chiarini)

Rappresentazione del passato

L’immagine è un dipinto di Bartolomeo Bimbi, noto pittore di fine ‘600. Nato nel 1648 a Firenze, dopo essere vissuto per anni a Roma, decide di tornare a Firenze dove verso il 1680 circa, viene presentato alla Corte Medicea a Cosimo III. Quest’ultimo aveva una grande passione per gli orti e grande interesse verso le opere di Bimbi che diviene pittore di corte. Così, il pittore inizia a documentare frutta e verdura con le sue nature morte. Le opere di Bimbi sono affascinanti e particolari: raffigura spesso in grandi tele centinaia di varietà diverse dello stesso frutto come ad esempio, pera, mela ed agrumi, con la funzione di documentare, catalogare e mostrare, le diverse piantagioni delle ville medicee. Grazie a queste sue enormi opere documentaristiche abbiamo delle forti testimonianze sulla vegetazione dell’epoca. Aveva una forte curiosità per la documentazione di ortaggi con  varietà o mutazioni, dall’aspetto bizzarro: ortaggi di dimensioni anomale, con difetti visivi considerati patologie, e dalle forme particolari venivano accuratamente illustrati con tanto di cartiglio con i dati di crescita, raccolta, periodo, luogo geografico e anche peso in libbre. Questo lavoro di catalogazione che fece Bimbi, ci consegna dei dati preziosi per la conoscenza delle coltivazioni e degli ortaggi dell’epoca. 

Altre opere suggerite:  Vincenzo Campi, Fruttivendola, 1580 ca, Pinacoteca di Brera, MilanoLibri suggeriti: Catologo mostra, Bartolomeo Bimbi / Eccentrica natura, Cinisello Balsamo, SilvanaEditoriale, 2016.

 Bartolomeo Bimbi, Popone di Ponte a Cappiano, 1694, Università degli Studi di Firenze, Museo di Storia Naturale, Firenze.

Utilizzi in cucina

I meloni, dalla famosa polpa arancione, si consumano da soli o in compagnia di altri alimenti, crudi e maturi,  a volte anche in insalata per dare un tocco di dolcezza e colore. Invece, una particolarità dei meloni d’inverno, comunemente chiamati meloni gialli, è che possono venire conservati più a lungo, anche fino a Dicembre.

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