
di Marco Andreani
Tutto ha avuto inizio con una domanda che mi ha accompagnato per anni: “C’è vita attorno a casa?”. Spinto da questa curiosità, nel novembre del 2021 ho preso la mia prima videotrappola e mi sono diretto verso una piccola zona alberata tra il fiume e una cava abbandonata, a pochi passi dalla mia abitazione, nella periferia di Forlì.
In quel luogo, sporco e abusato dalle attività umane, ho fatto una scoperta che non avrei mai immaginato: l’esistenza di un mondo parallelo, pieno di vita. Affascinato da questa rivelazione, ho deciso di convertire una delle mie reflex in una camera trap dotata di flash e sensore di movimento: un occhio nel cuore della notte, capace di svelare i segreti di un ecosistema che si anima al calar del sole e scompare alle prime luci dell’alba.
Con rispetto e pazienza ho iniziato a insinuarmi tra le trame di questa realtà a me sconosciuta, fatta di silenzi, attese e incontri furtivi. Così nasce “Around Home“, un progetto fotografico interamente basato sul camera trapping, con l’obiettivo di promuovere e tutelare l’esistenza di una vita animale resistente.

Un viaggio nel cuore della notte
In questi primi tre anni di lavoro ho avuto modo di entrare in contatto con una dimensione per me inesplorata: la notte. Un mondo magico, lontano dai nostri ritmi frenetici, in cui la natura si riprende i pochi spazi liberi rimasti. La notte è la vera protagonista della mia narrazione, lo sfondo su cui si muovono creature che sfuggono alla nostra presenza, invisibili testimoni di una vita parallela.
Con dedizione ho iniziato a studiare gli animali che incontravo. Ne seguivo le tracce e tentavo di comprenderne le abitudini, stabilendo un legame sempre più profondo con quel luogo e con i suoi segreti. Parallelamente, ho dovuto imparare a confrontarmi anche con me stesso e con le mie aspettative. Il camera trapping è una tecnica fatta di pazienza, di infinite variabili di cui dover tener conto e di altrettante incalcolabili. Un misto di informazioni prese sul campo, studio e casualità che mi hanno portato ad oggi ad ottenere non più di una dozzina di foto dall’inizio del progetto.
Il fallimento è una costante con la quale devo scontrarmi forzatamente ed imparare a convivere. Il “tutto subito”, come prerogativa dei nostri tempi, non esiste. Mi metto accanto alla natura, nei modi e nei tempi, nelle gioie e negli insuccessi, cercando di farmi trovare pronto al momento giusto. Il tempo è il limite più grande a separarmi dagli scatti che mi sono prefissato.
Così, in una notte stellata di fine ottobre, lungo il fiume che funge da autostrada naturale tra la collina e il mare, ho avuto il mio primo grande incontro. Un incontro inaspettato con uno degli animali più iconici e sfuggenti del nostro territorio: il gatto selvatico. Enigmatico e imprevedibile, si è mostrato davanti alla mia fotocamera nella sua bellezza primordiale, rivelando una nuova area di distribuzione per la specie, che non si limitava alle colline ma si estendeva fino alla periferia della città.

Il cambiamento e le sfide
Il progetto è proseguito ininterrottamente fino a maggio 2023, quando le forti alluvioni che hanno colpito la mia zona hanno rimescolato le carte in tavola. Ho rischiato di perdere tutta l’attrezzatura, fortunatamente non posizionata in prossimità del fiume in quei giorni. Quel luogo magico si era trasformato in un’enorme distesa di fango, costringendomi a cercare una nuova zona in cui poter sviluppare il progetto. Mi sono quindi spostato in una piccola area boschiva sopra la tangenziale del paese. Una nuova sfida ma una stessa domanda di fondo: “c’è vita anche qui?”.
Ancora una volta la notte mi ha premiato con risposte inaspettate. Proprio in quel piccolo boschetto, dopo tanta attesa, ho avuto il mio primo incontro con il lupo. Quegli occhi a fissare l’obiettivo della fotocamera hanno evocato in me un’emozione profonda, un richiamo ancestrale. Il suono della vita selvaggia, ad un passo da casa. Dopo anni passati a cercare di comprenderne le abitudini, a studiarne le tracce, a raccogliere informazioni come frammenti di un disegno più grande, eccolo lì. Simbolo di una natura che resiste, portatore dei segreti di quel mondo parallelo, finalmente il lupo.

L’evoluzione del progetto
L’area boschiva, troppo piccola ed intricata per garantire il corretto sviluppo del progetto, mi ha portato a voler esplorare nuove aree. A pochi minuti di macchina da casa ho trovato quello che è l’attuale sfondo delle mie ultime foto: una piccola vallata, sulla cui cima si trova una discarica abbandonata.
Terzo luogo, stessi elementi: breve distanza da casa, forte antropizzazione, elevato degrado ambientale. Ancora una volta, la notte ha svelato la sua verità: la vita è ovunque, ovunque non ci sia l’uomo come elemento di disturbo. Gli animali si muovono in base alla nostra presenza, adattandosi ai nostri ritmi e ai nostri spazi, cercando rifugio nelle zone che abbandoniamo, all’interno di ecosistemi sempre più frammentati. Qui, tra cumuli di rifiuti e vecchi sentieri ormai dimenticati, ho assistito ancora una volta allo sbocciare di una vita resistente. Il calar del sole definisce una separazione netta tra il nostro mondo e quello della natura, scandendo il ritmo dei miei scatti e della mia ricerca.

Un insegnamento di vita
Questi tre anni di esplorazioni, di immagini, di attese e di scoperte mi hanno insegnato una lezione importante: non dare mai nulla per scontato. La natura non segue regole rigide, non è una formula da decifrare, ma un intreccio complesso di equilibri che, fortunatamente, non comprenderemo mai del tutto. Lasciarsi sorprendere è parte della bellezza perché significa aprirsi all’inaspettato, accogliere il mistero e la meraviglia che il mondo ci offre ogni giorno.
Viviamo spesso immersi nella routine, convinti che lo straordinario sia qualcosa di distante, da cercare in terre lontane o in esperienze eccezionali. Eppure, basta un semplice sguardo attento per scoprire che la natura, anche nei luoghi più familiari, è un teatro di vita sorprendente. A pochi passi da casa, nei parchi, lungo le sponde dei fiumi, nei campi coltivati, esiste un mondo che si adatta e resiste nonostante l’impatto dell’uomo.
Ovunque attorno a noi c’è una natura liquida, in grado di rimodellarsi, di rigenerarsi, di trovare spazio e modo per continuare a esistere. Una lezione silenziosa di forza e adattamento che dovremmo imparare ad osservare e a rispettare. In un mondo in cui l’uomo ha imposto il proprio ritmo frenetico sulla natura, è tempo di invertire la rotta e adattare i nostri ritmi a quelli del pianeta. Questo non significa rinunciare al progresso, ma ridefinire il nostro modo di vivere affinché sia più armonioso e più consapevole. La bellezza della natura non è un lusso, ma una necessità essenziale per il nostro benessere e per quello delle generazioni future, da difendere e preservare ogni giorno.
“Around Home” è tutto questo: un invito a riscoprire i propri dintorni, a passeggiare nella notte, a immergersi nel silenzio di un mondo che ci appartiene da sempre, ma dal quale ci stiamo sempre di più allontanando.


